SLEEP CONCERT
24 giugno 2005
Notte Bianca
Parco Lungo Sillaro Castel San Pietro Terme (BO)
Cos’ è:
……un’esperienza visiva e sonora che combina l’esecuzione dal vivo di musica d’ambiente alla proiezione su schermo di filmati crepuscolari, immagini caleidoscopiche e forme frattali in continua evoluzione. Il termine “Sleep Concert” può essere facilmente frainteso: non significa che la musica aiuti gli spettatori a dormire profondamente. Al contrario, la musica e l’ambientazione del concerto si combinano a creare una forma di “sonno attivo”, in cui il suono ha lo scopo di trattenere la mente che indugia tra la veglia e l’assopimento. La musica viene percepita come il varco tra gli stati di pensiero non lineari tipici dei sogni e l’ambiente circostante, consentendo di muoversi ai limiti del sonno, mantenendo un piede nel mondo di Morfeo e l’altro nel luogo reale in cui ci si trova.
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Breve storia e filosofia dello Sleep Concert:
Gli SLEEP CONCERTS sono eventi musicali del tutto insoliti inventati dall’americano Robert Rich negli anni ’80, e da allora realizzati con successo soprattutto in USA e in Germania. L’importanza della musica di Rich trascende comunque i generi e negli anni ’90 ha acquistato connotati sempre più personali. Affascinato da un architetto come Antoni Gaudi’, Rich ha inventato una forma di musica “organica” che si pone fra le più salienti della fine del 1900.
All’inizio del 1982 Rich tenne il primo degli SLEEP CONCERTS che lo resero celebre nell’ambiente elettronico: suonava dalle 11.00 di sera fino alle 8.00 di mattino davanti a un pubblico che, munito di propri sacchi a pelo, dormiva sul pavimento. La musica consisteva semplicemente in frasi melodiche lentissime che variavano in maniera quasi impercettibile.
Questi concerti per “pubblico addormentato” erano le prime realizzazioni pratiche di una personale rielaborazione delle idee di LaMonte Young e degli “scultori sonori” del tempo: la musica come organismo vivente, che può evolversi a prescindere dalla presenza di un esecutore e di un ascoltatore. Rich non era interessato alla musica nell’accezione comune del termine, ma piuttosto a creare uno spazio psicoattivo dove l’ascoltatore potesse muoversi liberamente. L’obiettivo era la trance.
In generale, il presupposto è quello di far musica senza far musica, come ha insegnato Brian Eno. Le masse sonore si muovono con lentezza esasperante attorno ad accordi sparuti, come nebulose sospese fra diversi centri di attrazione gravitazionale. In un certo senso Rich ha realizzato la fusione fra la musica ambientale di Eno e quella cosmica di Schulze, fra il modo psicologico e quello pittorico della musica elettronica. Rich e’ uno dei migliori improvvisatori e lo “sleep concert” e’ il formato che piu’ gli si addice. Questa e’ una musica maestosa che cita la scuola del Deep Listening, il jazz di Paul Horn e canti spirituali da tutto il mondo. Morbidi droni fluttuanti si prendono cura del paesaggio che viene riempito da sottili effetti di pioggia, per essere presto spazzati da venti aridi e spettrali voci in lontanza. Pezzi che non hanno uno svolgimento drammatico, ma si limitano a “vivere”, a metabolizzare suoni, a crescere: sono materia organica prima ancora che musica.
Il leit-motiv che sottende la filosofia degli Sleep Concerts e’ quello platonico della sostanza che si nasconde dietro l’apparenza. Se la Matematica e’ bellezza trascendente, allora i toni esatti sono il mezzo ideale per esprimere questa bellezza. La musica tenta di esprimere la tensione fra due forze: l’ideale platonico dell’essenza matematica delle cose e la manifestazione fisica, la vita biomorfica, la vita liquida che possiede il corpo umano. La portante matematica e’ sempre abilmente mimetizzata in un suo habitat gradevole.
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Galleria immagini Concerto @ Castel san Pietro:
VIDEO estratti dal live set di Alio Die @
Sleep Concert a Castel San Pietro
seconda parte:
terza parte:
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